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La nostra storia

Un lungo cammino

La Quercia ha superato il traguardo dei 75 anni. Una vita, una storia scritta da tanti dirigenti e tecnici e migliaia di atleti che hanno indossato la maglia gialloverde. La storia della nostra associazione sportiva è stata scritta nel libro edito in occasione del 50 anni, nel 1995. Qui tracciamo un quadro estremamente sintetico delle origini e dello sviluppo della Quercia anche per i più giovani, per coloro che soltanto in questi ultimi ultimi anni hanno militato nelle file della società. La realtà di oggi, per certi versi esaltante, è il frutto di un lungo cammino. La Quercia è oggi un patrimonio, non solo sportivo, di Rovereto e della Vallagarina, è considerata società leader dell’atletica in Trentino e fra le più conosciute e affermate anche nel contesto nazionale, sia per le affermazioni in campo agonistico e per le iniziative promozionali e per l’organizzazione di grandi eventi. Questo testo è di Carlo Giordani.

Nascita ed origini

Era il 5 maggio del 1945, pochi giorni dopo la conclusione della guerra. Edo Benedetti rientra a Rovereto dopo alcuni anni sul fronte bellico. Dopo gli orrori e le tragedie della guerra c’è voglia di riprendere a vivere. Lui ritiene che lo sport possa essere uno strumento importante per dare ai giovani una speranza. Assieme ad un gruppo di amici gravitanti nell’orbita dell’oratorio Rosmini, centro di riferimento per la gioventù roveretana, Benedetti lancia l’idea di una società sportiva, che si ispira agli ideali del Centro Sportivo Italiano: lo sport al servizio dei giovani, fondato sui valori educativi. Il battesimo della Quercia anticipa addirittura quella del CSI trentino. L’atto ufficiale che sancisce la nascita della Quercia avviene il 18 giugno del 1945, nella sala del consiglio comunale di Rovereto. E per il nome serve da ispirazione la scritta latina che campeggia nell’aula municipale: ”Magno cum robore quercus ingentes tendet ramos” ( la quercia protende con grande forza i suoi rigogliosi rami). Dunque il nome della società sportiva è quello dell’albero simbolo di Rovereto. Una trentina i soci fondatori presenti, fra i quali, oltre a Edo Benedetti, Danilo Vettori, Guido Tomasi e Mario Zamboni. Primo presidente una figura prestigiosa, il conte Federico Bossi Fedrigotti.

La polisportiva

I primi anni di vita della Quercia sono all’insegna di una attività polisportiva, spaziando su molteplici discipline, pur in una città in quel momento molto carente di impianti. Oltre all’atletica, prende il via l’attività di pallacanestro e parte da qui anche il primo nucleo della pallavolo trentina. In quella fase di entusiasmo frenetico non può mancare il calcio, di cui si ricordano sfide memorabili sul vecchio campo di via San Giovanni Bosco (dove sorge ora l’Istituto Tecnico Fontana) con l’U.S. Rovereto.
E ancora gli sport invernali, il ciclismo, l’atletica pesante, il tennis tavolo, disciplina che con Bruno Tamiello dona alla Quercia la prima maglia azzurra della sua storia. Questa fase pionieristica esaltante è determinante nel creare a Rovereto i fermenti di una cultura sportiva che farà germogliare altre iniziative specifiche in singole discipline. Dopo il primo decennio la Quercia si concentra sostanzialmente sulle discipline più congeniali allo spirito dei fondatori, vale a dire atletica, pallacanestro e pallavolo.
L’atletica, pur in assenza quasi totale di impianti, cresce anche in qualità, tanto da sfornare nel 1952 la maglia azzurra di Gino Jacob, grande talento della velocità. E nella sua scia i fratelli Cavalieri ( finalista agli assoluti di Torino nei 200 assieme al compagno gialloverde Mario Cicciarello), Bruno D’Incà, Giorgio Bianchi. Senza una pista Ezio Tomasi, grande tecnico e aninatore di questa fase, mette insieme una staffetta 4x100 che sigla un record regionale (42”8) destinato a durare molti anni (e allora non c’era il precambio, che cosente velocità molto maggiori con 10 metri di lancio ai frazionisti che partono).

La mitica squadra di basket

A cavallo degli anni 1960-1970 la Quercia vive un periodo di grande splendore nel basket, disciplina in cui diventa fra le più forti squadre del Trentino Alto Adige. Il campo all’aperto a fianco di palazzo Balista, diventa una fucina inesauribile di reclutamento. La squadra ogni domenica mattina riempie di pubblico l’unica palestra di Rovereto, quella di via San Giovanni Bosco. Gli spettatori sono stipati sin sulle righe del campo di gioco per ammirare le prodezze dei vari Marega, Tecilla, Marcozzi, Dobrilla, Grigoletti, Filippi, Rebustello, Colla, Dossi (presidente del Comprensorio e consigliere provinciale, prematuramente scomparso nel 2004), e tanti altri che si alternano in quel periodo. La mancanza di ricambi, soprattutto tecnici e dirigenziali, porta lentamente alla chiusura della sezione. Ricambi che invece non mancano nell’atletica, che inizia una escalation che la porta nelle posizioni di vertice non solo in Trentino Alto Adige, ma anche in Italia.

L'esplosione dell'atletica

Dall’inizio degli anni Settanta l’attività della Quercia si concentra sull’atletica, grazie anche alla realizzazione del nuovo stadio, inaugurato all’inizio di ottobre del 1964 con i campionati italiani CSI, organizzati dalla Quercia. Fino a quel momento la società gialloverde, pur con l’handicap della mancanza assoluta di strutture, era riuscita comunque a portare alla ribalta atleti di valore, primeggiando in regione anche a livello di squadra. Inizia una progressione, che pur fra altri e bassi, porta la Quercia a scalare gradualmente le gerarchie nazionali.
Nel 1965 Carlo Giordani conquista due titoli italiani juniores nei 110 e nei 400 hs, con un primato regionale destinato a durare 30 anni. Nel 1966 ben tre atleti gialloverdi sono convocati contemporaneamente in maglia azzurra per l’incontro Under 23 Germania - Italia a Sindelfingen: Luigi Cavalieri, Renzo Cramerotti e Carlo Giordani. Cramerotti chiude la stagione con il titolo europeo juniores nel giavellotto a Odessa. Si accende poi la stella di Aldo Tomasini, grande talento del mezzofondo, campione del mondo juniores di cross nel 1972 a Cambridge. Segue la sua scia la sorella Cristina, che dal 1975 in avanti inanella una lunga serie di titoli italiani giovanili e assoluti, tante maglie azzurre, un primato italiano assoluto nei 10.000, tanti piazzamenti di rilievo ai Mondiali di cross (fra i quali uno splendido quinto posto nel 1977 a Düsseldorf).
Arrivano poi altre maglie azzurre: Stefano Colla, Marino Scudiero, Piero Cavagna, Paolo Ghedina, Giulio Vianello, Giuliano Battocletti, per finire arrivare negli ultimi anni a quelle di Ilaria Sighele, Ennio De Giuli, Federica Dal Rì, Eleonora Berlanda, Doris Tomasini e Martina Giovanetti.
L’atletica è sport essenzialmente individuale, che si esprime però anche in momenti di squadra. Per oltre 30 anni la Quercia ha conquistato, con pochissime interruzioni, il titolo regionale di società in campo maschile. La lieta sorpresa degli ultimi anni è la squadra femminile, arrivata ai vertici regionali dal 1999 ad oggi. Da 30 anni la squadra maschile si qualifica per le finali nazionali, toccando il vertice proprio quest’anno con il terzo posto in serie A1, ad un soffio dalla promozione nella serie Argento. Ancora più brave le ragazze, quarte nella serie Argento, dodicesimo posto assoluto in Italia.
Grazie alla Quercia Rovereto la piccola Rovereto è nell’elite, maschile e femminile, dell’atletica italiana. Un piccolo miracolo che sarà sempre più difficile ripetere.

Le grandi organizzazioni

La Quercia, per riconoscimento unanime, è all’avanguardia dell’atletica italiana per le capacità organizzative. Fino al 1964, mancando la pista, la manifestazione più importante era il Giro podistico di Rovereto, diventato dopo il 1978 internazionale e che oggi è uno degli eventi sportivi in assoluto più antichi del Trentino (nel 2005 l’edizione numero 58).
Con il nuovo stadio parte l’avventura del “Palio Città della Quercia”, per le prime edizioni meeting a carattere nazionale, poi internazionale all’inizio degli anni Settanta. Quella avventura, lanciata da Edo Benedetti, oggi è una realtà sotto gli occhi di tutti. Rovereto può vantare oggi il meeting su pista non solo più antico dell’atletica italiana, ma anche fra i migliori in assoluto, preceduto nelle speciali classifiche del 2005 soltanto dal Golden Gala di Roma e da Rieti, tanto da meritare l’inserimento fra i meeting “Premium” della IAAF.
Da Rovereto sono passati tutti i più grandi campioni dell’atletica italiana e moltissimi di quella mondiale, in rappresentanza di oltre 80 Nazioni di tutti i continenti. La lista dei campioni olimpici e mondiali che sono passati dal “Palio” è ormai lunghissima. Mennea, Dorio (con il primato italiano nei 3000), Cova, Panetta, Simeoni, Mori,May, Gibilisco, Brugnetti, Lambruschini, Longo, Levorato, Arese, Ottoz Dionisi ( con un primato italiano dell’asta che resta fra i ricordi più belli) hanno scritto pagine importanti sulla pista di Rovereto.
Fra gli stranieri diventa difficile fare una scelta : ricordiamo Edwards. Coe, Moses, Aki Bua, Aouita, Jackson, Matete, Sotomayor, Wszola, Powell (primatista mondiale dei 100 metri). E fra le donne Ashford, Privalova, Puica. Kostadinova, Andonova, Berquist, Dragila, Menendez, Fibingerova, Drechsler, Kasparkova, Quirot, Ceplak.
Al di là del fatto sportivo, il “Palio” è un evento diventato ormai patrimonio della comunità, un momento forte di immagine per Rovereto e per tutto il Trentino, grazie anche alla diretta televisiva che ormai si ripete da oltre 30 anni.
Si può considerare ormai una classica anche il “Cross della Vallagarina”, gara internazionale di corsa campestre, nato sulla scia dell’organizazzione dei campionati italiani femminili nel 1976 a Rovereto (nella zona della Baldresca). La Quercia ha trovato a Villa Lagarina la sede ideale. Grazie alle sollecitazioni dei dirigenti della società, che hanno trovato grande sensibilità nell’amministrazione comunale, si è andato consolidando nel tempo un percorso di cui tutti oggi possono usufruire. Dirigenti e collaboratori della Quercia hanno profuso tanta fatica e tanto impegno per far crescere la gara e insieme il tracciato. Dopo le prime edizioni incentrate sulla gara femminile, il “Cross della Vallagarina” si è poi allargato anche al maschile, inserendosi rapidamente fra più importanti gare italiane, alle spalle della Cinque Mulini e del Campaccio, fino a meritare nel 2005 l’assegnazione dei campionati italiani assoluti. Anche in questa gara tanti nomi importanti nell’albo d’oro : fra le donneTomasini, Possamai, Dorio, Brunet, Demboba, Inzikuru. E in campo maschile il campione olimpico Gelindo Bordin, Panetta, Demadonna, Nyamu, Carosi, Kosgey, Kipketer, Lebid.
Accanto ai tre eventi internazionali non ca ricordata la “Quercia d’Oro”, meeting nazionale per società che da quasi 40 anni apre tradizionalmente la stagione italiana su pista, con la presenza di alcuni fra i più forti club italiani ( Carabinieri, Fiamme Gialle, Fiamme Oro) e da qualche anno anche in versione femminile.
Nel corso della sua lunga storia la Quercia ha organizzato anche alcuni incontri internazionali : nel 1966 Italia – Germania Under 23, nel 1976 Italia – Usa All Stars juniores, nel 1982 Italia – Canada – Cina il giorno della vittoria dell’Italia ai Mondiali di calcio, con una festa finale che resta un momento indimenticabile per i molti che l’hanno vissuta.

Le realizzazioni

Nel corso della sua lunga vita la Quercia si è prodigata anche sul fronte dell’impiantistica. Nei primi anni di attività viene costruito un campo di basket all’aperto in via Tommaseo. E successivamente il campo di basket di via San Giovanni Bosco, per tanti anni pulsante di vita, di giovani impegnati in partite infinite. Una fucina per le squadre gialloverdi, ma soprattutto uno spazio aperto a tutti i giovani.
Ma il traguardo più ambizioso, di cui la Quercia può andare fiera, senza presunzione, è quello dello stadio comunale. Un’opera nata sulla spinta dei dirigenti della Quercia, con Edo Benedetti in prima fila al fianco dell’amministrazione comunale di Rovereto anche nel reperire le risorse necessarie. Non è un caso se lo stadio porta il nome della Quercia. Tutte le società e gli atleti che oggi possono contare su una struttura moderna e continuamente aggiornata dovrebbero almeno un minimo di gratitudine alla società che sulla realizzazione dello stadio ha lasciato un’impronta indelebile, non solo nel nome: la Quercia.

La promozione

Fra attività agonistica e impegni organizzativi la Quercia non ha mai tradito la propria vocazione promozionale. Per un lungo periodo la Quercia stimola in Vallagarina la nascita di società operanti nell’ambito del CSI per l’atletica : Aurora Borgo Sacco, Marco, Santo Stefano Mori, Volano, Villa Lagarina, Pilcante, Pomarolo. E quindi, dopo il 1970, l’avvio dei Centri Olimpia ( primo esempio in Trentino) con oltre 300 iscritti all'anno. Da oltre 20 anni assieme al Comprensorio della Vallagarina viene organizzato il “Palio studentesco”, con la corsa campestre in autunno e le gare su pista in maggio, coinvolgendo quasi un migliaio di studenti all’anno.

Al servizio della comunità

Sono alcune migliaia i giovani che in questi primi 60 anni di vita hanno vestito la maglia gialloverde. Basterebbe questo per lasciare un segno importante nella vita della comunità. Un segno fatto non soltanto di sport, nei suoi momenti esaltanti ed anche nelle inevitabili amarezze, ma soprattutto di attenzione ai giovani, per accompagnarli anche nella crescita personale e civile. La Quercia è una presenza viva nella comunità roveretana e della Vallagarina, non una meteora effimera legata a passioni (e disponibilità) che durano poco. Abbiamo tenuto duro anche nei momenti difficili, con la forza che viene dalla fede di chi crede nei valori dello sport, al servizio dei giovani.
La Quercia ha 77 anni. La vita continua.

Tutti i presidenti della nostra società

  • Federico Bossi Fedrigotti (1945)
  • Carlo Calzà (1945 - 1946)
  • Emilio Martini (1946 - 1955)
  • Armando Gramegna (1955 - 1969)
  • Giampaolo Ferrari (1969 - 1990)
  • Renzo Azzolini (1990 - 2005)
  • Carlo Giordani (2005 - a tutt'oggi)
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